A“Ho un dolore qui!”
B“che hai fatto?”
A“non so, mi stavo allenando. Che faccio? Impacco caldo? Metto il ghiaccio?”
B“è una contrattura, uno stiramento?”
Facciamo chiarezza.
Le lesioni del muscolo sono un fenomeno frequente nella vita di un individuo, soprattutto di chi si impegna a fare attività sportiva. Esse possono essere distinte in
- Contrattura;
- Stiramento;
- Strappo.
Cos’è la contrattura muscolare?
Contrazione involontaria del muscolo superiore alla possibilità della stessa fibra, quindi oltre il suo limite di sopportazione.
Benché possa capitare a tutti è una condizione tipica degli sportivi e soprattutto di chi pratica sport che richiedono movimenti esplosivi.
È la lesione acuta muscolare meno grave in quanto non causa interruzione anatomica delle fibre muscolari.
Le cause possono ascriversi ad esecuzioni di movimenti bruschi, mancanza di riscaldamento prima di effettuare un esercizio, posture scorrette e prolungate, sforzi in soggetti poco allenati.
Cosa fare in caso di contrattura muscolare?
Anche se questo genere di lesione non limita la funzionalità del muscolo, è opportuno fermarsi per non prolungare i tempi di ripresa, che in genere sono stimati intorno ai 7 giorni.
Il riposo è il primo trattamento, propedeutico al non peggioramento del quadro. Spesso può essere utile applicare sull’area contratta calore, il quale promuove la vasodilatazione che garantisce maggiore afflusso di sangue e quindi di ossigeno e nutrienti che favoriscono la ripresa della funzionalità abituale. La termoterapia può essere effettuata con ciò che la natura ci ha donato: le mani che vanno a sfregare sul punto dolente, fasce termiche auto riscaldanti, impacchi caldi. I massaggi decontratturanti possono essere di ausilio per l’allungamento della fibra. Nei casi di dolore insopportabile è possibile ricorrere anche a farmaci antinfiammatori (FANS) o con applicazioni topiche o con somministrazioni sistemiche.
Se la sintomatologia non dovesse vedere una risoluzione anche dopo le giuste misure è opportuno rivolgersi al medico specialista.
Cos’è lo stiramento muscolare?
Allungamento involontario ed eccessivo delle fibre muscolari, oltre il limite di sopportazione delle stesse.
È una lesione muscolare di media entità.
Il nostro corpo ricordiamolo è una macchina perfetta: a livello della muscolatura striata volontaria (muscolatura scheletrica) ci sono i fusi neuromuscolari che sono dei recettori che avvertono la velocità e l’entità dello stiramento (riflesso di stiramento) e permettono la contrazione del muscolo interessato e il rilassamento del suo antagonista. Talvolta questo meccanismo di bilanciamento contrazione-rilassamento può risultare non sufficiente alla protezione del muscolo per diversi motivi e provocarne la lesione.
Le cause possono essere per esempio sforzi eccessivi a “muscolo freddo”, riscaldamento inadeguato prima di una gara, microtraumi ripetuti, il non rispetto dei tempi di recupero tra un esercizio e un altro o dopo una precedente lesione muscolare, movimenti violenti e bruschi, squilibri posturali ed anche le condizioni ambientali sfavorevoli (sbalzi di temperatura, umidità).
Clinicamente si presenta con dolore acuto e improvviso seguito da uno spasmo muscolare, può accompagnarsi a gonfiore, limitazione funzionale del muscolo, tensione, indolenzimento.
Cosa fare in caso di stiramento muscolare?
Appena si avverte dolore bisogna interrompere l’attività sportiva anche se il dolore non è tale da limitate completamente il movimento, altrimenti si rischia di far evolvere la lesione nella condizione successiva che è lo strappo muscolare.
Si deve applicale il protocollo R.I.C.E.
R come ‘rest’ immobilizzazione.
I come ‘ice’ ghiaccio: a differenza della contrattura qui è la crioterapia (terapia del freddo) ad apportare giovamento, in quanto comporta una vasocostrizione con riduzione dell’afflusso di sangue e quindi il suo stravaso nei tessuti, con conseguente formazione di edema (azione antiedemigena). Esso ha anche una temporanea azione analgesica in quanto l’ipotermia a livello cutaneo impedisce la trasmissione dello stimolo doloroso.
C come ‘compression’ compressione: una fasciatura consente di moderare il gonfiore ma ovviamente non deve essere troppo stretta da impedirei il movimento o problemi circolatori.
E come ‘elevation’ sollevamento: alzare l’arto riduce l’afflusso di sangue al muscolo interessato favorendo il ritorno venoso.
In ogni caso sarebbe opportuno richiedere una visita medica per la valutazione della gravità dello stiramento, dirimente potrebbe essere la metodica ecografica capace di indagare l’integrità delle fibre muscolari, per prescrizioni opportune di antinfiammatori e per la valutazione del riposo (in genere di almeno 3-4 settimane) prima della ripresa dell’attività sportiva.
Cos’è lo strappo o distrazione muscolare?
Allungamento delle fibre muscolari, tale da determinare l’interruzione anatomica delle stesse con emorragia muscolare.
È la lesione muscolare acuta più grave, solitamente a carico di sportivi soprattutto dove è richiesto un gesto atletico “esplosivo”. I muscoli maggiormente interessati sono i muscoli di braccia e gambe, più raramente i muscoli addominali e dorsali.
Anche in questo caso le cause predisponenti sono stanchezza muscolare e scarso allenamento per cui il muscolo non sopporta la sollecitazione richiesta e le cause scatenanti le ritroviamo in movimenti bruschi e veloci.
Possiamo classificare lo strappo in:
- Lesione di I grado: è la forma più lieve perché sono coinvolte poche fibre (<5%). Il danno è di media entità e il dolore di avverte in forma leggera ed è sollecitato da contrazione e allungamento del muscolo.
- Lesione di II grado: sono coinvolti interi fasci muscolari, il dolore è acuto e si manifesta all’atto di contrazione del muscolo. Si associa a questa condizione gonfiore, ematoma e in seguito ad aumentata rigidità della zona interessata vi è difficoltà a compiere i normali movimenti.
- Lesione di III grado: l’elevato numero di fibre muscolari coinvolte vede una vera e propria lacerazione dell’intero muscolo o di almeno ¾ di esso. La lesione puo essere avvertita alla palpazione come uno “scalino” ovvero una depressione nel punto di rottura. S i accompagna alla presenza di edema, gonfiore ed ematoma per la rottura dei vasi capillari. Il dolore è molto violento e causa impotenza funzionale.
Cosa fare in caso di strappo muscolare?
Il trattamento dello strappo muscolare cambia a seconda della gravità; nel caso in cui esso sia di primo grado si consiglia l’assoluto riposo per 15 giorni e quindi astensione non solo dall’attività sportiva ma anche quotidiana che coinvolga il muscolo lesionato. Anche in questo caso ci rifacciamo al protocollo R.I.C.E. e se ritenuto necessario il medico può consigliare un trattamento farmacologico volto alla riduzione del dolore con farmaci antinfiammatori e miorilassanti in quanto spesso allo strappo si associano contratture antalgiche (ovvero reazioni di difesa del nostro corpo allo strappamento).
Se il danno è di gravità superiore come nel secondo livello oltre alle accortezze precedentemente descritte e un tempo di guarigione più lungo (15-30 giorni) si può avviare il paziente a terapie fisiche:
- la tecarterapia che grazie al trasferimento di cariche elettriche endogene agli strati muscolari ne favorisce la rigenerazione, dimezzando talvolta i tempi di ripresa.
- Fisioterapia riabilitativa: che vede l’esecuzione di massaggi e stretching passivo fatti da personale competente che permettono di riacquisire morbidezza ed elasticità nel movimento e che infine con esercizi di carico crescente permettono la restitutio ad integrum della funzionalità muscolare.
- Ultrasuoni
- Magnetoterapia
In ogni caso bisogna assecondare sempre la singolarità del proprio organismo e la risposta al danno che ha: non accelerando i tempi di recupero. Nei casi gravissimi che non trovano soluzione nel trattamento medico, si propende per quello chirurgico.
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